L’idea nasce in Francia, da un’iniziativa di artisti francesi che agli inizi di aprile sono andati per piazze, mercati stazioni, comunicando attraverso musica, danza e canto la voglia di comunicare e condividere col corpo la propria vitalità, nel rispetto delle precauzioni di questa estenuante situazione. Questo impulso ha generato molteplici risposte in tanti paesi fra i quali anche l’Italia e infatti un gruppo di persone il 29 aprile scorso aMessina, ha portato in strada questa performance del tutto pacifica, canto, musica e danza, di alto stimolo simbolico, di sonora incitazione, attraverso le arti in essa interessate, un tentativo di ritorno alla normalità, alla libertà del respiro, alla leggerezza dell’esistere, così pesantemente gravato dagli effetti devastanti della pandemia.
Successivamente si è creata una rete nazionale che si è data appuntamento in date prestabilite e così in circa una trentina di città italiane, attraverso tam tam viaggianti in rete, sui canali social, i vari gruppi creatisi per l’occasione hanno dato vita a questa originale manifestazione cantando, suonando e danzando insieme sulle note della canzone “Danzare Ancora”: «Siamo uccelli liberi senza gabbie o limiti siam pirati in mezzo al mare senza ordini o licenza accendiamo la coscienza e spegniamo la tv, vieni a vivere anche tu e mentre sparano sentenze siamo noi l’irriverenza senza perdere eleganza. Respiriamo in libertà basta con le assurdità dichiarazioni, attestazioni vietate ancor le canzoni ed altre mille prescrizioni ad ogni stretta autoritaria un diritto salta in aria ritroviamo la speranza e benedetto lui che pensa e benedetta lei che danza».
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#danzareancora testo
DANZARE ANCORA
(Rit)
Alzati e preparati a danzare ancor
I pensieri miei ti abbraccian già
Sulle scale della musica
No no no allora alzati e preparati a danzare ancor
I pensieri miei ti portan già
Dentro un vortice di musica
Siamo uccelli migratori senza gabbie ne padroni
Promettiamo come marinai
Senza ordini o licenza
Accenderemo la tua stanza
E spegneremo la TV dove il re della tribù
Ha già scritto la sentenza
Vedrai cos’è disobbedienza
Senza perdere eleganza
(Rit)
Come uccelli senza piume, schiavi senza le catene
Che detestano la libertà
E maledetto lui che pensa
E maledetta lei che danza
Ad ogni stretta autoritaria un diritto salta in aria
Ci abbandona la speranza
E più ci metton le manette,
E più le pretendiamo strette, e invece
(Rit)
Ma non ci fotte la paura di una nuova dittatura
Di una folle ordinanza
Terroristi della scienza
State a debita distanza
Per la nostra dignità, per una nuova società
Di giustizia e fratellanza
Sarà una nuova resistenza
Contro un mondo senza danza, e allora